Filoni di Ricerca


L’attività di ricerca dei giovani ricercatori dell’Associazione Agorà si sviluppa su due linee programmatiche:

  • Lavori di ricerca in corso: sperimentazioni e studi di ricerca che sono già partiti e che si trovano in una fase più o meno avanzata di sviluppo;
  • Linee di ricerca: filoni di ricerca preventivati e per i quali si è ancora in una fase di culturizzazione (acquisizione del background di conoscenze) e di progettazione del disegno sperimentale di studio.

Morbo di Crohn

Il morbo di Crohn è una patologia che colpisce il tratto gastroenterico, la cui causa attualmente non è nota. Esistono numerose ipotesi su quale sia il fattore all’origine della malattia e i meccanismi attraverso cui essa progredisce. Un’attenta analisi della letteratura recente suggerisce che l’ipotesi capace di spiegare meglio la natura del morbo di Crohn sia quella microbica, secondo cui alla base della patologia ci sarebbe il coinvolgimento di uno o più microrganismi.
Scopi di questo studio sono: 1) ricercare, nei soggetti affetti da morbo di Chron, la presenza di patogeni che potrebbero avere un ruolo nella patogenesi, 2) mettere a punto una strategia terapeutica che sia capace di eradicare suddetti patogeni, al fine di ottenere lunghe remissioni senza l’impiego delle terapie tradizionali.

Enterobius vermicularis e possibili implicazioni patogenetiche

L’Enterobius vermicularis è un parassita intestinale dell’uomo. Il suo ruolo patogenetico non è chiaro in quanto le metodiche attualmente disponibili per la sua identificazione (esame parassitologico e scotch test) sono fortemente limitate da una bassissima sensibilità diagnostica (< 20%).
Scopi di questo studio sono:

  1. elaborare una tecnica diagnostica più sensibile, basata su metodiche di biologia molecolare (PCR);
  2. con questo nuovo strumento, valutare la prevalenza dell’infestazione nella popolazione generale adulta ed in quella pediatrica;
  3. valutare la prevalenza dell’infestazione in soggetti con colon irritabile (sia adulti che bambini);
  4. analizzare la correlazione con i sintomi;
  5. valutare l’effetto dell’eradicazione del parassita (mediante antielmintici) sui sintomi;
  6. effettuare studi ambientali per determinare la diffusione dell’infestazione.

Analisi in tempo reale del pH

Il succo gastrico è un importante fluido biologico prodotto dalle ghiandole dello stomaco. Il suo ruolo strategico lo rende una preziosa sorgente di informazioni clinico-patologiche sullo stomaco.
Scopo di questo studio è elaborare tecniche e strategie diagnostiche in real-time che, applicate alla metodica endoscopica (esofagogastroduodenoscopia), ne migliorino la capacità diagnostica, consentendo l’individuazione di condizioni patologiche a rischio neoplastico che spesso sfuggono alla diagnosi. Questo studio ha già portato alla pubblicazione di due abstract e di un articolo su riviste scientifiche internazionali.

    Trattamento per la cura dei carcinoidi dello stomaco

    I carcinoidi gastrici di tipo II sono particolari tumori dello stomaco; si tratta di neoplasie a cellule endocrine che si sviluppano, solitamente, nei soggetti affetti da gastrite atrofica della mucosa ossintica. Allo stato attuale, le possibili scelte terapeutiche per il trattamento di questo tipo di tumori sono:

    1. La resezione endoscopica;
    2. l’intervento chirurgico (antrectomia o gastrectomia totale);
    3. la somministrazione degli analoghi della somatostatina, particolari farmaci il cui impiego è penalizzato dagli alti costi (circa 10.000 euro/anno per paziente) e dagli effetti collaterali.

    Scopo di questo studio è elaborare un prodotto che, assunto per bocca, consenta di far regredire questi tumori o di limitarne la progressione, senza ricorrere ai farmaci tradizionali (costosi e con effetti collaterali) o a terapie chirurgiche che, in alcuni casi, prevedono anche la rimozione totale dello stomaco.

      Ruolo della componente microbica nella patogenesi della BPH

      L’iperplasia prostatica benigna (BPH) è una patologia della prostata ad eziologia ignota che si manifesta nel corso della quinta e della sesta decade di vita. Essa consiste in un ingrandimento dell’organo, che comporta fastidiose e limitanti alterazioni della minzione. Si tratta di una patologia cronica, che richiede una terapia continua, con farmaci che agiscono sugli equilibri ormonali e sul controllo della pressione sanguigna, e che, per questo, possono avere numerosi effetti collaterali. Tuttavia è discussa nella letteratura, l’ipotesi secondo cui alla base della patologia potrebbe esserci il coinvolgimento di diverse specie microbiche.
      Scopi di questo studio sono stati

      1. ricercare le evidenze di un possibile ruolo microrganismi nella patologia attraverso l’analisi microbiologica di campioni provenienti dai pazienti affetti da BPH;
      2. mettere a punto un protocollo terapeutico per eradicare tali microrganismi, evitando in tal modo il ricorso alle lunghe e complesse terapie tradizionali.

        Nina

        L’obesità è definibile la “malattia del secolo”. Ne è affetto quasi il 20% della popolazione mondiale, secondo recenti stime, ed oltre un bambino su 10 è obeso. Inoltre ha un costo notevole per la sanità, che va dal 2 all’8 percento della spesa complessiva a seconda del paese.
        A rendere questa epidemia particolarmente difficile da debellare è il fatto che essenzialmente non esistono farmaci davvero efficaci contro questa patologia. La maggior parte dei presidi attualmente esistenti si basa sull’interferenza coi meccanismi neurologici, sull’intrappolamento dei trigliceridi nell’intestino, sulla modifica della flora microbica intestinale oppure sulla riduzione selettiva dell’assorbimento dei grassi. Ma tutte queste classi farmacologiche hanno due grossi problemi: scarsa efficacia e gran numero di effetti collaterali (meteorismo, steatorrea per l’orlistat, effetti psicotropi simil-stupefacenti degli anoressizzanti). Inoltre, nessuno di questi presidi agisce sulla causa primaria della gran parte dei casi di obesità: la compulsione verso il cibo.
        Scopi di questo studio sono:

        1. comprendere i principali meccanismi coinvolti nella percezione del senso di sazietà;
        2. mettere a punto un prodotto di natura nutraceutica che sia in grado di indurre il senso di sazietà, mimando in maniera più fisiologica possibile l’assunzione di un pasto, senza però fornire lo stesso apporto calorico.